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L’AI è in continuo sviluppo anche fra i più tradizionali settori industriali e la mente umana si differenzia per skills trasversali (problem solving, leadership e creatività). Quali sono i trend di crescita?

Il mercato dell’AI è stato sotto i riflettori nel 2019 e l’avvento del COVID-19 ha portato moltissime imprese ad accelerare i propri investimenti per affrontare nuovi scenari socioeconomici legati, per esempio, allo smart working o alla filiera di produzione in assenza dell’uomo. I segmenti maggiormente interessati sono High-Tech e telecomunicazioni, seguiti dalla produzione, dove sussistono timori relativi alla cybersecurity. Per minimizzare il più possibile il rischio c’è sempre più richiesta di esperti interni in grado di progettare sistemi di contenimento creati su misura.

Se da un lato questo scenario mira a privilegiare la conoscenza della forza lavoro, dall’altro secondo il World Economic Forum, circa il 50% dei lavoratori attivi dovrà aggiornare le proprie competenze entro il 2025, sviluppando quelle soft skills che li differenzieranno dall’intelligenza artificiale. Tra le più richieste ricordiamo: pensiero laterale, problem solving, resilienza, creatività, atteggiamento positivo allo stress, capacità di lavorare in team e di apprendimento nell’imparare ad implementare i sistemi tecnologici in azienda.

Le persone dovranno così aggiornarsi in tempi brevi e le imprese saranno chiamate ad organizzare corsi per garantire la formazione necessaria.

 

Dove siamo?

Secondo il report annuale 2020 di McKinsey, l’artificial intelligence:

verrà applicata a quasi tutti i reparti aziendali e nella progettazione di soluzioni automatizzate e auto controllate;
diventerà parte della quotidianità della società e incoraggerà gli IT ad adottare la pratica “cross-team collaboration” per condividere le proprie conoscenze per il raggiungimento di uno scopo comune;
corrisponderà anche al riconoscimento vocale e di immagini;
sarà etica perché la raccolta dei dati deve essere imparziale senza disparità sociali.

Si deduce che il settore AI sarà uno dei più ricchi entro il 2023 e gli esperti in materia i più richiesti.

Cosa aspettarsi?

Questo trend consiste in:

iperautomazione ovvero l’automazione dei processi attraverso l’AI, dalla produzione al customer care;
chabots e assistenti vocali per rispondere alle esigenze dei clienti anche fuori dall’orario di lavoro;
etica, un fattore che il consumatore si aspetta da ogni brand;
intelligenza artificiale a lavoro per permettere agli smart worker di lavorare da qualsiasi parte del mondo e rendere misurabili le attività svolte;
raccolta dati sul comportamento d’acquisto e sulla tracciabilità dell’utente;
progettazione di chip e hardware in grado di elaborare la mole di dati raccolti;
cybersecurity ovvero un sistema gestito dall’AI per individuare e rimuovere minacce informatiche.

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