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Presentato nel 1959, ELEA è un prodotto all’avanguardia per tecnologia e originalità del design. Scopri con noi la visione di Olivetti e chi è Mario Tchou.

Nel ventennio 1820-1840 Charles Babbage realizza parzialmente il calcolatore precursore della “macchina automatica” di Alan Turing concepita per risolvere il problema della decisione di Leibniz, Entscheidungsproblem. Soltanto durante la Seconda Guerra Mondiale assistiamo alla creazione di macchine della portata di ENIAC, con 18.000 valvole termoioniche, e Colossus, mirato all’identificazione dei codici segreti tedeschi. Tuttavia, l’effettivo funzionamento dei computer è dovuto ai fondamenti matematici dei calcolatori digitali di John von Neumann, scienziato rinomato per la Teoria Generale degli Automi nel campo della cibernetica.

In Italia una grande svolta è il progetto del 1955 dell’Università di Pisa in collaborazione con Olivetti per la creazione di un elaboratore scientifico che ha portato all’istituzione del centro di progettazione Olivetti con l’ingegnere Mario Tchou.

Mario Tchou

Nato a Roma il 26 giugno 1924, Mario Tchou è figlio di un diplomatico cinese che lavora all’ambasciata della Cina imperiale presso il Vaticano. Ha avuto un’istruzione italiana prima di specializzarsi negli Stati Uniti. Diplomatosi al liceo classico Torquato Tasso di Roma, inizia gli studi universitari alla Sapienza per poi laurearsi in Ingegneria Elettrotecnica a Washington nel 1947. Dopo essersi trasferito a New York, Tchou conclude un master al Polytechnic Institute of Brooklyn con una tesi sulla diffrazione ultrasonica. E comincia a insegnare, prima al Manhattan College e poi alla Columbia University.

A New York nel 1954 Tchou incontra Adriano Olivetti, convinto da Enrico Fermi ad interessarsi al mercato dell’elettronica, e torna in Italia a Barbaricina, un sobborgo di Pisa, per costruire il computer a transistor Elea

Nel 1957 il gruppo realizza il primo prototipo del nuovo elaboratore, Elea 9001 (o “Macchina Zero”). L’anno successivo segue Elea 9002 (o “Macchina 1V”). Il laboratorio da Barbaricina viene poi spostato a Borgolombardo, in provincia di Milano, dove nel 1959 Adriano Olivetti presenta al presidente della Repubblica Giovanni Gronchi Elea 9003 (o “Macchina 1T”), il primo computer italiano interamente a transistor

Fino al 1964 Olivetti produce 180 versioni del calcolatore per poi cedere la Divisione Elettronica alla multinazionale General Electric a causa di difficoltà finanziarie. Pochi anni dopo l’ingegnere Mario muore in un incidente il 9 novembre 1961. 

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