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Il Design Thinking è un metodo di gestione aziendale dinamico e focalizzato sulle persone. Qual è la situazione italiana?

Ogni giorno siamo sommersi dalle informazioni e le tecnologie soffrono di una progressiva obsolescenza. In questo scenario, le aziende italiane sono più consapevoli rispetto al passato, ma non sfruttano le potenzialità dei modelli alternativi all’innovazione come il Design Thinking.

Il Design Thinking è un approccio spinto dalla globalizzazione e da un mercato sempre più in crescita di startup digitali, che nella maggior parte dei casi viene considerato un piano accessorio.

Nello specifico, si occupa di:

Creative Problem Solving – Risolvere scenari complessi grazie a capacità analitiche e attitudini creative;
Sprint Execution – Testare prodotti o servizi;
Creative Confidence – Far partecipare i dipendenti nei processi creativi;
Innovation of Meaning – Ridefinire la vision aziendale negli ambiti in cui la trasformazione digitale richiede nuove skills per l’ottimizzazione della Customer Experience.

Tuttavia, sta diventando progressivamente un driver di cambiamento in grado di ottimizzare il potenziale delle innovazioni e trasformarlo in un’ampia gamma di prodotti e servizi.

Design Thinking in Europa

Secondo l’Osservatorio Design Thinking della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2019 sono attivi 291 progetti europei di consulenza basati sul Design Thinking. Gli stati di riferimento sono Italia (44%), Paesi Bassi (17%), Svezia (16%) e Regno Unito (17%).

Per quanto riguarda i ricavi, invece, nel 2018 il 70% delle entrate da progetti di innovazione basati sul Design Thinking deriva da clienti che operano nei settori, quali finanza e assicurazioni (14%), sanità (9%), retail (8%), manifattura (7%), consulenza (7%), energia (6%), automotive (6%), informazione e comunicazione (6%) e PA (6%).

Le funzioni maggiormente interessate sono Board (21%), Marketing (14%), Information Technology (10%) e Business Development (10%).

Nel caso dei reparti abbiamo strategia (21%), servizio (17%), prodotto (15%) e organizzazione (10%). Infine, le metodologie più utilizzate sono rispettivamente Creative Problem Solving (32%), seguito da Creative Confidence (25%), Sprint Execution (24%) e Innovation of Meaning (15%).

E in Italia?

Design Thinking in Italia

Secondo le stime in Italia nel 2019 sono operativi 282 innovatori tra cui membri del Board direttivo, esperti IT, addetti Marketing e Designer all’interno di circa 215 imprese. I settori interessati sono finanza e assicurazioni, energia, informazione e comunicazione e, infine, PA.

Il 56% di queste figure ha adottato il Design Thinking da più di un anno con un budget di circa 1,8 milioni di euro in media da investire in innovazione. Viene utilizzato, soprattutto, per sviluppare nuovi prodotti o servizi; progettare esperienze e, infine, promuovere nuovi valori, attitudini e comportamenti.

Solitamente, i progetti vengono finanziati da questi reparti: Board (33%), seguita da Marketing (11%) e Business Development (10%).

Queste iniziative vengono gestite da Board (19%), Marketing (16%) e ICT (13%). Infine, le funzioni aziendali con il maggior numero di dipendenti responsabili dei programmi sono marketing (63%), ICT (59%) e Board (58%).

Cosa succederà nel 2020?
Stay tuned!