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Il nome Qwerty deriva dalle prime sei lettere che compaiono sulla riga superiore della tastiera. Perché è diventata la tastiera “universale”?

Nel 1864 l’editor Christopher Latham Sholes ha brevettato, con il socio Samuel W. Soulé, una macchina capace di numerare oggetti in serie nell’officina di Charles F. Kleinsteuber. Questa iniziativa si è rivelata l’antenata della macchina da scrivere progettata poi nel 1868 in collaborazione con l’inventore Carlos Glidden.

Il prototipo, Remington No. 1, assomigliava ad una pianola e poteva essere scambiato per un telescrivente, strumento per trasmettere a distanza un testo leggibile (stampato su una striscia di carta). Probabilmente Sholes si è consultato con i telegrafisti, esperti del codice Morse, per disporre le lettere in ordine alfabetico; distanziare alcuni tasti ed evitare sequenze troppo rapide. Questa scelta ha ridotto la velocità di scrittura ed il numero di volte in cui la macchina da scrivere poteva incepparsi.

Dopo 148 anni, l’invenzione è considerata un oggetto da collezionista, mentre la tastiera è rimasta la stessa. Quali sono le ragioni del successo della Qwerty?

Siamo troppo abituati alla Qwerty

Questa tipologia di tastiera è diventata lo standard per la scrittura di lingue basate su caratteri latini, diffondendosi nella sua versione originale (in inglese) o in riconfigurazioni minori dei tasti per adattarsi ad altri idiomi. Negli anni molti altri centri di ricerca hanno sviluppato sistemi di scrittura più rapidi, ma il suo successo non è mai stato superato.

Un esempio del 1936 è Dvorak, un layout di tasti con l’obiettivo di far muovere meno le dita e aumentare la velocità di digitazione. Ipoteticamente con questo sistema avremmo potuto scrivere 400 parole solo sulla prima riga. Altri due tentativi sono Coleman, tastiera più ergonomica del 2006, e Capewell che ha migliorato i risultati precedenti arrivando a farci muovere le dita circa la metà delle volte rispetto alla Qwerty.

Questa storia ci ricorda la resistenza al cambiamento che permane nelle abitudini quotidiane, perché la trasformazione tecnologica non segue di pari passo quella culturale. Si dovrebbero riconsiderare routine, percezioni e modalità di reazione alle novità – anche per imparare ad utilizzare un’altra tastiera.

E così, dopo averti svelato le origini della @ e le idee dietro un mouse, ecco scoperto il segreto della tastiera più famosa del mondo.

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