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Il settore della formazione è in pieno boom. Si avverte la necessità di reskilling, in particolare, per la gestione del divario professionale nei processi e nelle competenze AI.

Secondo il World Economic Forum, il 50% dei dipendenti entro il 2025 dovrà aggiornare le proprie competenze per rimanere al passo con il mondo del lavoro e il 40% delle basic skills verrà rivoluzionato. Di fronte a sfide professionali e tecnologiche senza precedenti, la società ha più che mai bisogno del pensiero ingegneristico e dell’adozione delle nuove tecnologie.

Protagoniste assolute del cambiamento sono le competenze digitali. Tuttavia, tale evoluzione è ancora una realtà erroneamente valutata, soprattutto, per le seguenti motivazioni: i leader fanno generalizzazioni sulla base di esempi aneddotici e le aziende consolidate faticano ad adattarsi.

Considerando la crescita esponenziale delle Big Tech, l’uso dell’Intelligenza Artificiale nella proposizione di nuovi prodotti non è più un’eccezione in quanto permette l’attivazione di servizi prima economicamente onerosi. Usufruendo di fonti di dati strutturate e non strutturate, gli operatori potranno così stimare i rischi, entrare in nuovi mercati e rendere le procedure più efficienti.

Alcuni di questi passi avanti, come AlphaGo di Google DeepMind e i modelli GPT-2 e GPT-3 di OpenAI, hanno interessato per esempio l’uso del Deep Learning per problematiche legate all’apprendimento supervisionato. È una forma di Machine Learning in cui si hanno a disposizione variabili di input e output e si utilizza l’algoritmo per apprendere la funzione che collega l’input all’output.

È tempo di reskilling

In questo mercato del New Normal, la tecnologia crea, certamente, un divario tra le soluzioni che un’organizzazione realizza e la capacità del suo utilizzo. Derivano modelli di business, dove molto spesso i dipendenti non possiedono le dovute skills per riconoscere il valore dei risultati ottenuti. I manager e i leader sono chiamati così a gestire l’innovazione dei processi, la tecnologia e la formazione del capitale umano.

Nel corso di questa nuova fase, modelli e paradigmi stanno cambiando. Da un lato, le imprese incrementano l’utilizzo dei dati e degli obiettivi raggiunti dalle nuove tecnologie. Dall’altro, i responsabili di funzione affiancano i colleghi nel migliorare la loro capacità di collaborare con le macchine. Dunque, l’acquisizione della tecnologia più adatta e la produzione di risultati non sono sufficienti ad ottenere vantaggio competitivo.

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