Seleziona una pagina

L’invenzione del telefono è stata oggetto di contesa fra Meucci, Manzetti e Bell. Chi è il vero inventore?

I contendenti

Ci sono molte vicende che si intrecciano per aggiudicarsi l’invenzione del telefono dal 1865.

In quell’anno Innocenzo Manzetti presenta un modello perfettamente funzionante, ma decide di non brevettarne il prototipo. Gli vengono attribuite anche l’automobile a vapore, la macchina per fare la pasta e il burattino che suona il flauto.
Un altro concorrente alla nomina è Alexander Graham Bell. Nel 1876 si impadronisce dell’invenzione di Meucci e con la compagnia telefonica ha talmente tanto successo, che ad oggi nei paesi anglosassoni viene ancora considerato l’unico inventore.

Meucci, invece, non ha avuto la possibilità di depositare il brevetto per il suo telefono e di mantenerlo nel corso degli anni.

Qual è la sua storia?

Antonio Meucci nasce a San Frediano, quartiere di Firenze, il 13 aprile 1808. Per mancanza di risorse finanziarie non completa gli studi presso l’Accademia di Belle Arti e inizia a lavorare come doganiere e operatore a teatro, dove incontra la moglie Ester Mochi. Partecipa anche a molti moti rivoluzionari del 1831 e per questo motivo, è costretto a lasciare il Granducato di Toscana.

A causa delle idee liberali Meucci arriva a Cuba e nel 1850 si trasferisce a New York, dove apre una fabbrica di candele e incontra Giuseppe Garibaldi.

La disputa del brevetto

Nel 1856 Meucci realizza il primo modello del telefono per rimanere in contatto con la moglie malata dall’ufficio. Sfortunatamente, non dispone di mezzi economici adeguati a sostenere la propria attività e la fabbrica di candele fallisce.

Nel 1871 richiede il brevetto per la propria invenzione “teletrofono”.

Il deposito del brevetto, però, è temporaneo sotto forma di “caveat” da rinnovare ogni anno al prezzo di 10 dollari. Meucci riuscirà a pagare la somma fino al 1873.

Nello stesso periodo, Meucci si rivolge a American District Telegraph Company di New York per usufruire delle linee durante i suoi esperimenti, ma il progetto non viene ritenuto di valore. Poco dopo, nel 1876 Alexander Graham Bell deposita il brevetto per l’apparecchio telefonico.

Meucci tenta di rivendicare la paternità dell’invenzione con la Globe Company contro la Bell Company per infrazione del brevetto. La causa termina il 19 luglio 1887 con una sentenza che, pur riconoscendo alcuni meriti all’italiano, conferisce la paternità a Bell.

“Nulla dimostra – recitava la sentenza – che Meucci abbia ottenuto qualche risultato pratico a parte quello di convogliare la parola meccanicamente mediante cavo. Impiegò senza dubbio un conduttore meccanico e suppose che elettrificando l’apparecchio avrebbe ottenuto risultati migliori”.

In altre parole, Meucci ha inventato il telefono, ma non quello elettrico. Muore a 81 anni il 18 ottobre 1889, poco prima del ricorso contro la sentenza. La Corte Suprema statunitense opta per l’archiviazione del caso.

Per oltre un secolo Bell è stato considerato l’inventore del telefono, finché in data 11 giugno 2002 il Congresso degli Stati Uniti ha ufficialmente riconosciuto la paternità all’italiano Meucci.