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Molte aziende si affacciano ai servizi EDI perché spinte dall’opportunità di acquisire un importante cliente o entrare in un nuovo mercato. In altri casi sono mosse dall’esigenza di ridurre i costi di gestione di una filiera composta da molteplici clienti e/o fornitori. Nelle situazioni peggiori la motivazione va ricercata nell’insoddisfazione per la soluzione in uso.

Già abbiamo scritto delle sostanziali differenze esistenti tra realizzare una soluzione in-house e scegliere un Outsourcer. Differenze di tipo strategico ed organizzativo che, tranne casi particolari, propendono favorevolmente per l’esternalizzazione.

Ma quali sono le possibili alternative per esternalizzare il servizio? La scelta del tipo di servizio e di fornitore può basarsi su vari driver, che sommariamente riconduciamo alle seguenti categorie:

  1. Competenze di processo e di mercato;
  2. Competenze tecnologiche: si ricerca una particolare tecnologia di cui non si ha know-how o su cui non si ritiene opportuno investire;
  3. Efficienza dell’IT aziendale: gestire il turnover ed il sovraccarico di lavoro, ridurre i lead time;
  4. La gestione del traffico dati;
  5. Le attività di on-boarding (“portare a bordo”, cioè connettere i trading partner);

Data Carrier

Se gestire il traffico dati (punto 4 dell’elenco precedente) e collegare in EDI una molteplicità di fornitori (punto 5 dell’elenco precedente) sono le esigenze predominanti, un Data Carrier è certamente una buona scelta, in quanto sfrutta economie di scala sulle componenti tecnologiche. In questo caso rimangono all’interno dell’organizzazione aziendale molte competenze, responsabilità e costi connessi alla gestione del processo e del servizio.

Questo tipo di Outsourcing si basa principalmente su competenze sistemistiche (per la componente di connettività e data exchange) e assistenza di primo livello (problematiche standard) e fonda il proprio modello di business su indicatori di tipo organizzativo quali il numero di trading partner connessi ed il traffico dati.

Si tratta di un approccio consigliato per quelle aziende che utilizzano l’EDI per gestire un numero limitato di processi (soprattutto logistici) con cui governano una filiera numerosa e frammentata.

EDI Managed Services

Viceversa un Outsourcing completo del servizio – tipicamente detto Edi Managed Services si basa su economie di scala e di apprendimento e richiede skill ed organizzazione specifica nel partner. Gli Outsourcer di servizio investono in competenze ed organizzano un Customer Service quanto più efficiente, hanno tipicamente una offerta articolata e personalizzabile, vantano expertise specialistica di processo per settore industriale e mercato.

Il modello di business di un Outsourcer di servizio tende, quindi, a valorizzare l’efficienza generata in aziendale ed in generale ha una valenza strategiche per l’impresa che deve espandersi, crescere, internazionalizzarsi, competere in un mercato eterogeneo e altamente variabile.

Conclusioni

Chiudiamo questo breve trattato con una domanda: ma quali sono le aziende in Italia che oggi possono dire di non dover affrontare una competizione sfrenata e globale? Prendiamo ad esempio i grandi Retailer nazionali, in particolare la GDO, che opera in un paese da tripla B, ove i punti vendita sono stati per anni pianificati come investimento immobiliare, in cui la spesa sarà (nell’immaginario di Mr. Bezos) consegnata con il drone e (nella pratica quotidiana) gli acquisti su Internet esplodono ed il mondo dei trasporti si trasforma di conseguenza, mentre la capacità di spesa del consumatore medio decresce, la distribuzione d’oltralpe incalza, i prodotti DOC ed i loro margini sono minacciati da una debole politica.

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