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Miliardi di dispositivi connessi generano il traffico Internet. È l’Internet of Things. Diamo un’occhiata!

Ecco 5 curiosità che ci aiuteranno a comprendere il fenomeno e le nuove dinamiche sociali:

 
1. Cos’è l’Internet of Things?

È l’Internet of Things, o Internet delle cose, l’insieme dei device e dei sensori che usufruiscono della rete per trasmettere i dati ad un database, computer o qualsiasi altro oggetto connesso.

Il termine è entrato nell’uso comune, ma è comparso per la prima volta nel 1999 con Kevin Ashton, ricercatore del MIT alla Procter & Gamble. Ashton stava lavorando ai tag RFID, etichette elettroniche che potevano essere lette da remoto con apparecchi radio. Venti anni dopo quei tag sono sensori utilizzati per raccogliere informazioni, come la temperatura, la posizione GPS, il peso, la composizione chimica o l’umidità del suolo.

 
2. Quanti oggetti sono connessi?

A oggi, secondo Gartner, nel 2020 gli oggetti connessi in uso diventeranno 25 miliardi, di cui 5,8 miliardi di endpoint per l’industria automobilistica.

 
3. Quali sono gli ambiti applicativi?

Gli ambiti di applicazione sono potenzialmente infiniti. Basti pensare alle smart home, che regolano la temperatura e l’illuminazione in base alle condizioni esterne; alle auto che ottimizzano consumi e percorsi in tempo reale o ai pacemaker che allertano i soccorsi, se il soggetto si sente male.

Qualunque oggetto, collegato alla Rete, può rientrare in questa definizione. In generale, gli analisti di McKinsey identificano tre applicazioni dell’Internet of Things:

Ottimizzazione dei processi: Molti operatori hanno inserito dei sensori nelle proprie filiere produttive con l’obiettivo di scoprire che cosa succede lungo la linea di montaggio. Per esempio, le sonde forniscono dati relativi a parametri fisici, chimici e ambientali che permettono di ridurre gli stock difettosi.
Ottimizzazione delle risorse: I dati raccolti possono servire anche per ottimizzare l’impiego di risorse come l’acqua per innaffiare un giardino o un campo agricolo.
Sistemi autonomi: Le applicazioni più interessanti sono i sistemi in grado di rispondere automaticamente a condizioni non prevedibili, come il traffico cittadino. Questi imitano i processi decisionali umani più in fretta e con una mole maggiore di dati.

 
4. Cosa c’entrano i Big Data?

L’Internet of Things è una rete formata da sensori e misuratori che ascoltano costantemente ciò che succede nell’ambiente esterno. I dati raccolti vengono immagazzinati in grandi database e poi elaborati con l’aiuto dei Big Data in grado di analizzare e individuare schemi che si ripetono, deviazioni dallo standard e altri aspetti statisticamente significativi.

 
5. Qual è la situazione del mercato italiano?

Il mercato italiano dell’IoT vale 6,2 miliardi di euro nel 2019 secondo l’Osservatorio Internet of Things 2020 della School of Management del Politecnico di Milano. Questa ricerca sottolinea una crescita di 1,2 miliardi rispetto al 2018 (+24%), un tasso di incremento allineato a quello dei principali paesi occidentali, dove oscilla fra il +20% e il +25%.

L’Internet of Things ha le potenzialità per migliorare le attività aziendali e permette di orientare temi come sostenibilità, sicurezza, efficienza e gestione delle risorse.