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La tecnologia EDI (Electronic Data Interchange) si occupa dello scambio di file tra sistemi aziendali per supportare le relazioni commerciali. Quali sono gli standard EDI più diffusi?

Computer-to-Computer

Non è semplice dare una definizione univoca alla tecnologia EDI. Proviamo a partire dalla sua funzione. Il suo obiettivo principale è permettere l’invio diretto computer-to-computer di messaggi e file necessari allo svolgimento di una transazione.

I flussi informativi interessati dagli standard EDI sono solitamente i documenti commerciali – logistici e quelli amministrativi – finanziari.

Tra i file della prima categoria, ricordiamo ordini, conferme d’ordine, documenti di trasporto, avvisi di spedizione ed in generale tutti quei documenti coinvolti nell’automatizzazione del ciclo dell’ordine. Nella seconda categoria rientrano, invece, fatture, note di accredito e addebito, avvisi di pagamento, e tutte le transazioni connesse al rapporto amministrativo e finanziario tra cliente e fornitore.

I settori industriali che per volumi di dati, frequenza di scambio e complessità delle transazioni hanno maggiormente sviluppato l’EDI sono Automotive, Grande Distribuzione Organizzata (GDO), produzione di elettrodomestici, ingegneria aereonautica e aereospaziale, farmaceutico e, ultimo ma non meno importante, la Pubblica Amministrazione.

In particolare, alcuni di questi settori presentano processi gestionali caratteristici, a supporto dei quali ci sono flussi EDI specifici.

Ad esempio, nell’automotive sono utilizzati i Delivery Forecast, gli ordini Just-In-Time e Just-In-Sequence, gli aggiornamenti sulle giacenze e le movimentazioni di magazzino. Viceversa, nell’ambito della Sanità (Healthcare) i dati scambiati sono relativi a prescrizioni mediche, immagini cliniche, pagamenti e pratiche di rimborso.

Indietro nel tempo

Nel 1948 a Berlino aziende ed enti governativi dovettero trasmettere grandi volumi di dati per assicurare l’approvvigionamento a Berlino Ovest, parte della città isolata per l’occupazione sovietica (Emmelheinz, 1990).

Di fatto, questo scenario richiese organizzazione e strutturazione coordinata dei dati per moduli e ordini in modo rapido, privo di errori ed efficiente.

Tuttavia, dobbiamo aspettare gli anni 70 per un effettivo scambio elettronico dei dati tra computer. In quel periodo lo sviluppo tecnologico delle reti rende possibili le prime connessioni interaziendali identificate come sistemi EDI.

Standard EDI più diffusi

Attualmente, ci sono grandi quantità di documenti gestite tramite standard EDI che traducono i dati in formato standardizzato, leggibile e puntuale. Con una coordinazione di questo tipo, l’intervento manuale è ridotto al minimo, cosi come i costi per utilizzare le risorse in attività a maggior valore aggiunto.

Tra gli standard più comuni ricordiamo:

ANSI X12 – American National Standards Institute Accredited Standards Committee X12
L’Accredite Standards Committee (ASC) X12, costituito nel 1979 dall’ANSI, ha creato un set di standard per facilitare gli scambi elettronici nelle telecomunicazioni statunitensi. È stato sviluppato indipendentemente dal progetto europeo (GTDI) e ancora oggi viene ampiamente utilizzato negli Stati Uniti, soprattutto, nel settore automobilistico e della Grande Distribuzione Organizzata.

UN / EDIFACT – Electronic Data Interchange For Administration, Commerce and Transport
Nel 1987 un team delle Nazioni Unite, noto come Working Party 4, ha progettato EDIFACT per sostituire lo standard EDI europeo, GTDI (Guidelines on Trade Data Interchange) e quello statunitense, ANSI X12. Viene utilizzato sotto forma di molteplici dialetti, soprattutto, nel settore automobilistico e della Grande Distribuzione Organizzata ed è concorrente dell’ANSI X12 in Nord America.

Per maggiori informazioni, stay tuned!