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È la più cercata (insieme a Telegram) ed è l’alternativa a WhatsApp. Ecco perché piace Signal e come funziona.

Dopo l’annuncio di WhatsApp circa i termini d’uso e l’informativa privacy 2021, la protezione delle informazioni è diventata la caratteristica fondamentale di un’applicazione di messaggistica.

WhatsApp sottolinea che l’aggiornamento dell’informativa non riguarda in alcun modo la privacy delle conversazioni con amici e familiari. Include solamente modifiche allo scambio di messaggi con le aziende che usano WhatsApp e fornisce maggiore trasparenza sulle modalità di raccolta e utilizzo dei dati.

Il tecnoguru Elon Musk si è pronunciato contrario con un tweet provocatorio: “Usate Signal”.

Questo endorsement ha scatenato molti dubbi ed il boom di download dell’app offerta gratuitamente da Signal Foundation e scaricabile da Google Play Store e App Store di Apple. Fino ad ora è stata usata soprattutto dai funzionari della Commissione europea, da giornalisti e attivisti del campo della privacy online.

Fra i più celebri utenti di Signal ricordiamo Edward Snowden, ex tecnico della CIA che ha svelato il sistema di sorveglianza di massa adottato dal governo statunitense e britannico.

Cos’è Signal

Signal Private Messenger – nome completo di Signal – è un’applicazione open source che utilizza sistemi di crittografia end-to-end per inviare messaggi di testo, immagini, audio e video ed effettuare telefonate tra gli utenti dell’app stessa. Inoltre, combina il protocollo Extended Triple Diffie-Hellman (X3DH), l’algoritmo Double Ratchet e le pre-chiavi e utilizza Curve25519, AES-256 e HMAC-SHA256.

La peculiarità di Signal è che, dopo aver verificato il numero di telefono e l’identità degli altri contatti, non conserva i metadati e dà la possibilità di impostare la distruzione automatica di ogni messaggio qualche minuto o qualche secondo dopo l’invio.

L’impatto dell’informativa 2021 in Italia e in Europa

Inizialmente il messaggio recitava:

WhatsApp sta aggiornando i propri termini e l’informativa sulla privacy. (…) Toccando “accetto”, accetti i nuovi termini e l’informativa sulla privacy, che entreranno in vigore l’8 febbraio 2021. Dopo questa data, dovrai accettare questi aggiornamenti per continuare a utilizzare WhatsApp. Puoi anche visitare il centro assistenza se preferisci eliminare il tuo account e desideri ulteriori informazioni.

Il Garante della privacy italiano ha ritenuto poco chiara tale comunicazione inviata agli utenti in merito all’integrazione tra le varie realtà legate a Facebook, al livello di privacy e al data sharing con Facebook e le sue aziende.

In Europa si è presentata così l’occasione per comprendere il vero valore del GDPR, in quanto i termini di servizio e la privacy policy si sono rivelati differenti a seconda che l’utente risieda o meno nella regione europea.

Sul territorio dell’Unione siamo più tutelati. Ecco come chiarisce WhatsApp:

(…) non ci sono modifiche alle modalità di condivisione dei dati di Whatsapp nella Regione europea, incluso il Regno Unito, derivanti dall’aggiornamento dei Termini di servizio e dall’Informativa sulla privacy. Non condividiamo i dati degli utenti dell’area europea con Facebook allo scopo di consentire a Facebook di utilizzare tali dati per migliorare i propri prodotti o le proprie pubblicità.

Alla luce di tale considerazione, il GDPR diventa quello scudo che impone a WhatsApp di trovare un accordo col regolatore europeo per condividere i dati degli utenti europei. Al momento questo accordo non esiste.

 

Breaking news

In seguito alle proteste degli utenti, WhatsApp ha deciso di rimandare la modifica delle condizioni di utilizzo di tre mesi:

L’8 febbraio nessun account sarà sospeso o eliminato. (…) Stiamo posticipando la data in cui alle persone verrà chiesto di rivedere e accettare i termini. In modo graduale, e secondo le tempistiche di ciascuno inviteremo i nostri utenti a rivedere l’informativa prima del 15 maggio, quando saranno disponibili le nuove opzioni business.

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